raffaella
"Ho deciso di camminare: accetto dunque di espormi alla pioggia, al vento , al sole, a spettacoli e impressioni imprevisti che possono turbarmi, turbare il mio comfort intellettuale".
Sansot
La necessità di affrontare disagi di tipo climatico ma anche di tipo più interno (la fatica) ci permette innanzitutto di sperimentarli, di analizzare il proprio modo di affrontarli e quello impiegato dagli altri, di cogliere come in realtà sia la propria percezione soggettiva della situazione a renderla piacevole o spiacevole.
" Se fai uno scivolone, una caduta non grave, non avere un attimo d'interruzione, ma già nel rialzarti riprendi la cadenza della tua marcia. Imprimiti bene nella memoria le circostanza della caduta, ma non permettere al corpo di rimasticarne il ricordo. Il corpo cerca sempre di rendersi interessante con i suoi tremiti, il suo ansimare, le sue palpitazioni, i suoi brividi, i suoi sudori, i suoi crampi; ma è molto sensibile al disprezzo ed all'indifferenza che il suo padrone gli dimostra. Se sente che quest'ultimo non si lascia impressionare dalle sue geremiadi, se capisce che non c'è niente da fare per impietosirlo, allora riprende il suo posto e compie docilmente il suo dovere". Ed ancora "Quando i piedi non vogliono più portarti, si cammina sulla testa".
Renè Daumal
14/12/2007 00:39
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