Foto di Umberto Vittori
INFORMAZIONI:
dove: Trieste (TS)
presso: Sala comunale d'Arte, piazza Unità d'Italia, 4
orari: tutti i giorni 10.00-13.00 , 17.00-20.00
biglietti: ingresso libero
a cura di: architetto Marianna Accerboni, fotografo Paolo Cartagine
Una quarantina di immagini fotografiche, realizzate da Vittori con il metodo digitale e rielaborate in Photoshop, e alcuni pannelli, in cui l’autore ha assemblato degli scatti risalenti al 1948, scannerizzati e virati in seppia, che, assieme alle foto recenti, raccontano i luoghi e i percorsi joyciani interpretati attraverso il punto di vista di ieri e di oggi.
Iscritto da 45 anni al Circolo Fotografico Triestino - annota Accerboni - Umberto Vittori ha al suo attivo un ricco curriculum espositivo espletato in Italia e all’estero, in cui il fotografo affronta diverse tematiche che analizzano il legame tra il paesaggio e la presenza umana: in tale ambito il suo lavoro rappresenta un singolare esempio di commistione tra intuito poetico e sensibilità per il ritmo del reportage, valori che accomuna in una narrazione calibrata e appassionata, curiosa e vitale.
Il tema dei suoi pensieri, nel caso di questa mostra, è la memoria di Joyce, il grande scrittore divenuto per certi versi quasi più triestino che irlandese, per aver vissuto qui gli anni importanti della giovinezza, della prima maturità e della gestazione dell’Ulisse. E il titolo Sulle tracce di Joyce in Ponterosso e dintorni, adottato dal fotografo per la mostra giuliana, rappresenta una variante di quello della prima esposizione organizzata sul tema nel 2008 a Szombathely in Ungheria, assieme alle autorità locali, nell’ambito del Bloomsday, che la città magiara allestisce annualmente, vantando le origini del personaggio principale dell’Ulisse, il quale all’inizio si chiamava Virag.
A differenza di quella rassegna, la mostra triestina propone un panorama più ampio d’immagini e un notevole rinnovamento. Anche se un unico intendimento accomuna i due eventi - precisa Accerboni - e cioè l’impegno da parte dell’autore a ripercorrere gli itinerari joyciani senza per altro raffigurarli attraverso l’ovvietà di immagini stereotipate e banali, bensì mediante l’effetto magico di finissimi effetti luce e un’atmosfera intensa e interiore, che relaziona significativamente i nembi di Trieste a quelli di Dublino, filtrandoli spesso attraverso il pathos che emana dalla statua dedicata in Ponterosso al grande scrittore dallo scultore Nino Spagnoli.
PER ULTERIORI INFORMAZIONI:
tel: 335 6756946 - 040 307321