Autori: Senso
INFORMAZIONI:
vernissage: Lunedì 14/5/2007 alle ore 18.30
dove: Milano (MI)
presso: Circolo Culturale Bertolt Brecht Spazio 4/Giovanola Multimedia, Via Giovanola 19
orari: lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì, dalle ore 17.00 alle ore 19.00
biglietti: ingresso libero
a cura di: Lorenzo Argentino
C’era una volta una spirale. L’aveva tracciata, su un muro di periferia, un writer. O meglio, una writer (precisazione non da poco. Femmina, e per di più minuta: il triplo della fatica ad arrampicarsi sui muri, scavalcare, correre e scappare. Senso, si chiamava). La spirale si gonfiava, scoppiava, si avvinghiava in viluppi morbidi e poi si scioglieva rotolando, coma una molle lingua fallica impegnata a leccare il muro. La spirale si era un po’ stancata di stare lì. Si riprometteva di dirlo, a Senso, che aveva ben altre ambizioni, lei. Covava dentro di sé l’idea di infinito, mimava il tempo e la storia. Il muro, in fondo, era un mondo a due dimensioni: centro/periferia, verticale/orizzontale, pieno/vuoto, colorato/nero. La spirale sognava lo spazio e, insieme allo spazio, il tempo. Così, nel suo idioma sibilante, sussurrò a Senso la via per andare oltre. Suggerì di creare aggetti e volumi per fare qualcosa che somigliasse sempre di più a una scultura; disse che le sarebbe piaciuto fondersi e confondersi con facce corpi braccia e altre tracce di figurazione; rammentò di essere stata conchiglia e polipo, lumaca e stomaco, ricciolo d’ala e antro cardiaco. E Senso le diede retta. Fu così che dalla spirale nacquero le curve piene e tonde dei gordi metropolitani, e le onde di lava di colore. Fu così, partendo dal punto in cui la spirale nasce e approdando all’infinitamente grande in cui si conclude, che Senso approfondì la riflessione sulla nascita e sull’origine della vita: Veneri urbane dai fianchi turgidi e feti sospesi tra detriti e tubi, il cordone un cavo elettrico in cui scorre la linfa della città. Fu pensando al corpo come carne e alla carne come nutrimento che Senso tagliò autopsie ventricolari e diede forma a organi antropofagi e immensi. Fu così che la strada divenne, nella sua immensità, piccola per contenere tutto ciò. Nel frattempo, via dal muro, la spirale cercava asilo in altri luoghi. E incontrò il circolo Bertolt Brecht…
Cinzia Bollino Bossi
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