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Artigianato - L'arte del saper fare
24 Maggio - 04 Luglio 2012

Artigianato - L'arte del saper fare


Foto di Benedetta Alessandro Danilo Comandè Salvatore Di Piazza Francesco Graziano Elena Guzzardo Gabriella Lambiasi Salvo Lorito Gianni Serio Rosario Simone Solaro Giuseppe Strano

INFORMAZIONI:
vernissage: 24 maggio 2012, ore 19.00
dove: PALERMO (PA)
presso: Palermo, via vann'antò 16
orari: La mostra sarà visitabile dal lunedì al venerdì dalle 9.45 alle 13 e dalle 16.30 alle 19.30 e il sabato dalle 9:45 alle 13.
biglietti: ingresso libero
a cura di: Bartolo Chichi e Maria Rita Chichi

Nel Novecento il lavoro degli uomini ha attraversato diverse e infinite fasi, ma oggi alle soglie di un nuovo secolo “Artigianato - L’arte del saper fare” è un recupero e una salvaguardia delle capacità e delle competenze che uomini di tutti i tempi hanno avuto e che ci auguriamo di trovare ancora nel futuro.

La risorsa nel creare e nel detenere attraverso le proprie mani il segreto di un capitale e di una ricchezza, si può comparare con l’intelligenza e le facoltà umane, nel momento in cui il lavoro coincide con la ricerca di stessi, il piacere e l’entusiasmo stiamo costruendo il luogo del benessere e di una crescita sociale, capace di acquistare valore e risorse sostenibili.

Da Bartolo Chichi - Art & Photo Gallery proponiamo un percorso in cui si trasformano in rassegna numerosi artigiani in “figure d’eccellenza”, in grado di coinvolgere e di divulgare l’arte del saper fare, come tendenza per l’evoluzione e la convivenza di ricerche e di stili, caratterizzando profondamente il nostro tessuto professionale.

La continuità e il progressivo affermarsi dei maestri del fare, sono le correnti, i movimenti e le posizioni che i fotografi, Benedetta Alessandro, Danilo Comandè, Salvatore Di Piazza, Graziano Francesco, Elena Guzzardo, Gabriella Lambiasi, Salvo Lorito, Gianni Serio, Rosario Simone Solaro, Giuseppe Strano hanno rivendicato in questa collettiva fotografica, dove l’incalzante e l’incisiva creazione partecipa con l’osservazione/osservatore a registrare l’indiscussa e la stimolante manifestazione del risultato professionale.

L’attuale situazione italiana ed europea sconvolge le scene del lavoro, alcune professioni vengono cancellate, altre ribaltate, e altre ancora riprese per non attraversare la frattura e la crisi che molti uomini vivono come sconfitta personale e di conseguenza sociale.

Se l’anima e il corpo necessitano di lavoro per seminare, è ancor vero che se coincide con il piacere è una coincidenza paga di sforzi e di emozioni.

Gli artigiani che proponiamo sostanzialmente non rinunciano a questa coincidenza, ai nostri occhi la fatica e il linguaggio che esprimono racchiudono un segreto che affonda le basi in una cultura antichissima.

L’uomo capace di creare qualcosa o di restituire la vita a qualcosa è un miracolo e un amore per gli occhi che brillano increduli, come quando si vede nascere un fiore dalla terra.

In parallelo la concorrenza del saper fare appartiene a mani laboriose e sapienti che ci restituiscono l’artigianato di qualità, procedimenti suggestivi e tecnici sono quelli di calzolai, fabbri e impagliatori. Superano il limite della semplice trascrizione dell’esperienza visiva e degustativa i pittori o i verniciatori, i pizzaioli o i panettieri.

Le stesure minuziose, il contatto con il seme e il frutto e i tagli che conferiscono fascino eccezionale appartengono ai sarti, agli agricoltori e ai barbieri. L’acrobazia mimetica, gli intrecci naturali e artificiali e l’affermazione di un prodotto sul mercato è rappresentata dai venditori, commessi o padroni capaci di ammaliare il pubblico variegato dei compratori.

C’è in questa collettiva fotografica la volontà di mostrare gli uomini e le donne che marciano verso la conquista, non solo dei loro diritti, ma anche dei propri doveri. Diritti e doveri che ogni anziano, uomo maturo, giovane donna o bambino devono perseguire per aderire a quelle istanze umanitarie, in grado di adoperare quei mezzi privilegiati per esprimere le proprie idee e plasmare la società contemporanea, in ideale e impegnata.

“Arbeit macht frei” è la scritta incisa sopra il cancello d’ingresso del campo di concentramento di Auschwitz, tradotta “il lavoro rende liberi”, in questa massima ognuno di noi deve far ricordo degli errori passati e lanciarsi con fiducia al futuro con la forza delle proprie capacità, testimonianza della piena conquista dei diritti umani.

Entrando in galleria consiglio di osservare gli scatti e perché no laddove sentiamo l’esigenza anche di rimboccarci le maniche per trovare nuovi valori e affermare la condizione di denuncia o di parità, di cui noi tutti siamo impastati e coinvolti.
Nessuno escluso.

Maria Rita Chichi

www.mariaritachichi.com

PER ULTERIORI INFORMAZIONI:
tel: + 39 091 7828140
mariarita.chichi@libero.it


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