Foto di Mario Cresci
INFORMAZIONI:
vernissage: 14 marzo 2015 ore 17
dove: Cinisello Balsamo (MI)
presso: Museo di Fotografia Contemporanea, via Frova 10
orari: merc-ven 15-19; sabato e domenica 11-19
biglietti: ingresso libero
a cura di: Roberta Valtorta
Fotografie di Mario Cresci dalle collezioni del Museo di Fotografia Contemporanea
a cura di Roberta Valtorta
La mostra presenta una selezione di fotografie realizzate da Mario Cresci tra Tricarico e Barbarano Romano nel periodo 1967-1978, quando viveva in Basilicata.
Nato a Chiavari nel 1942, Cresci si forma al Corso Superiore di Industrial Design di Venezia. Tra il 1966 e il 1967 con il gruppo di urbanistica Il Politecnico, nato a Venezia intorno al sociologo Aldo Musacchio, scende a Tricarico, un paese in provincia di Matera. Il progetto è la realizzazione del piano regolatore del paese e il compito di Cresci è quello di occuparsi della grafica degli elaborati e del rilevamento fotografico degli ambienti, degli oggetti e di tutti gli aspetti della vita sociale e produttiva della comunità. E’ il tempo in cui sociologi e intellettuali calano nel Mezzogiorno, riscoperto alla luce delle narrazioni di Carlo Levi e delle ricerche antropologiche di Ernesto De Martino.
Dopo questo primo viaggio e dopo alcuni spostamenti, tra 1968 e 1969, fra Roma, Parigi, Milano, Cresci torna in Basilicata e stabilisce la sua casa a Matera, fino al 1988, quando si trasferisce a Milano, e successivamente a Bergamo. La lunga permanenza in Basilicata gli permette di lavorare sui concetti di territorio, memoria, archivio, temi che intreccia in modo “naturale” alle questioni del progetto, dei linguaggi espressivi, della visione, centrali nella sua opera.
Nel 1967 realizza la serie Ritratti mossi (ripresa poi nel 1974), figure in interni i cui volti cancella attraverso il mosso fotografico. Mentre gli oggetti e i luoghi risultano a fuoco e quindi sono descrivibili, le persone si presentano illeggibili: Cresci, appena arrivato, tenta un racconto delle loro identità attraverso i dati fisici dell’ambiente. Tra il 1967 e il 1972 realizza la serie Ritratti reali, riprese di gruppi familiari che posano in interni tenendo in mano fotografie dei loro antenati. Il rapporto fra lo sguardo delle persone riprese e lo sguardo degli antenati rappresentati nelle fotografie crea un corto circuito tempo reale-memoria. Per Cresci Ritratti reali è un lavoro di “verifica” sul sociale e contemporaneamente su se stesso: infatti si autoritrae mentre tiene in mano le fotografie dei suoi antenati. Fra il 1978 e il 1979 realizza un’ampia serie di ritratti in interni a Barbarano Romano, sempre annullando la fisionomia delle persone attraverso il mosso, e sempre comprendendo anche se stesso fra queste persone. Si tratta di lavori nei quali l’identità dell’individuo e della comunità viene letta attraverso gli oggetti e gli arredi della casa. Scrive: “Mi ha sempre affascinato il rapporto degli oggetti con le persone, soprattutto quelli d’uso, appartenenti alla cultura materiale dell’uomo, quelli della sua storia: dagli utensili più semplici a quelli più complessi, sino ad arrivare alle forme più evolute del design contemporaneo”.
PER ULTERIORI INFORMAZIONI:
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