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Dal Cielo in esclusiva
02 Dicembre 2016 - 08 Gennaio 2017

Dal Cielo in esclusiva


Foto di Bruno Barillari

INFORMAZIONI:
vernissage: 2 dicembre ore 19 con ingresso libero
dove: Lecce (LE)
presso: Must Museo storico della Città di Lecce, via degli Ammirati 11
orari: da martedì a domenica, con orario 12-19; lunedì chiuso.
biglietti: 2,50 alla biglietteria del Museo

“Esiste un modo per essere grandi: sembrare più piccoli” la frase, una sorta di traccia nascosta, suggerisce il leitmotiv del nuovo progetto artistico del fotografo Bruno Barillari: "Dal Cielo in esclusiva" che sarà allestita dal 2 dicembre 2016 all’8 gennaio 2017 nelle sale del Must, Museo Storico della Città di Lecce, in Via degli Ammirati, 11. Il Salento come non lo avete mai visto. Se non a bordo di un aereo, ammesso che esista un volo che penetri nell’entroterra più aspro e quasi inaccessibile o costeggi interamente le coste, dall’Adriatico allo Ionio, modellate da madre Natura dalla notte dei tempi. Ed è un tempo infinitesimale quello per cui l’obiettivo possa catturare la luce, fissare l’inquadratura perfetta del paesaggio che rilascia il monitor, collegato in telemetria, e che in tempo reale trasmette dati, mentre su, tra le nuvole, il drone diventa l’occhio fisico dell’artista che scruta dal cielo in esclusiva. E “Dal cielo in esclusiva” Bruno Barillari ha scovato gli angoli e gli scorci più suggestivi scoprendo le geometrie della Strada del pesce che attraversa l’oasi naturale delle Cesine (San Cataldo) o della strada che costeggia la Litoranea Otranto - Santa Cesarea Terme. E il frastagliarsi del mare in mille rivoli nella scogliera a Roca o alla Specchiulla (Otranto) e, quello più dolce insinuarsi tra le dune di Lido Pizzo a Gallipoli o delle spiagge nelle marine leccesi di Torre Chianca e di Frigole. E ancora sorvolando la litoranea Otranto - Santa Cesarea ha sorpreso l’antica Torre Sant’Emiliano, vedetta silenziosa a metà strada tra Punta Palascìa e Porto Badisco, per poi fermarsi ad osservare come la cava di Bauxite diventi una sorta di occhio magico entro il quale si riflette sì, proprio il cielo. «Un manifesto grafico di architetture supreme che con gli occhi in volo ed i piedi per terra ho raccolto» - scrive ancora Bruno Barillari completando con parole poetiche la poesia delle immagini catturate. Immagini che, da un insolito punto di vista, svelano i contorni dei Laghi Alimini (Otranto) e della costa in prossimità di Torre Uluzzo a Porto Selvaggio (Nardò) o di Torre Miggiano (Santa Cesarea Terme) ma anche architetture antiche, diroccate, tracce di storia e resti indelebili della memoria. Come la chiesa di San Mauro sulla litoranea Santa Maria al Bagno – Gallipoli o la Cappella del Crocifisso sulla litoranea per San Cataldo. Ancora geometrie che si rivelano nel momento in cui si addentra nell’entroterra delle campagne di Gallipoli, Lequile, Nardò lasciando scoperto il cuore contadino, vocazione millenaria di questa terra rossa che però sa essere generosa. Nonostante tutto. E ancora visioni che spiazzano all’improvviso con l’esplosione di azzurri e gialli quasi fossero campiture di dipinti di arte contemporanea mentre spia da lontano la Palude del Capitano a Sant’Isidoro (Nardò). Un unico filo unisce in una tessitura ideale tutti i fotogrammi: è l’amore per la propria Terra oltre che per l’Arte. Un viaggio interno ed esterno: «Penso sempre alla mia terra nei viaggi che intraprendo con la mente, alberi bambini giocano con aquiloni di nuvole ed il giorno segue la notte come il segugio la preda, in un gioco di echi e profumi che si propagano nel tempo necessario ad innamorarsi».
In occasione dell’evento espositivo, per i tipi della casa editrice Il Raggio Verde, sarà presentato il libro-catalogo inserito nella collana Libri di Fotografia diretta dallo stesso Barillari. Un volume cartonato, in doppia lingua con i testi tradotti in lingua inglese da Arianna Corvaglia, con gli scatti della mostra raccontata dal testo critico di Raffaele Gorgoni che scrive: «Scatti rubati perché l’ulivo, lo scoglio, il mare, l’onda, la pietra non s’aspettavano di essere colti nella loro intimità da un occhio indiscreto. Sono lì impudicamente distesi al sole, inermi. Tutto dall’alto appare più indifeso, anche la severa torre di guardia, l’aspra scogliera, l’arcigna masseria. È madremare e terrapadre che giacciono nell’abbandono senza tempo sull’ultima soglia oltre la quale o il nulla o il divino. »

PER ULTERIORI INFORMAZIONI:
tel: 3394487602
info@brunobarillari.com


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