Foto di Alessandro D'Andrea
INFORMAZIONI:
vernissage: 12 marzo ore 19.00
dove: Milano (MI)
presso: Triennale di Milano, Viale Alemagna
orari: da martedì a domenica ore 10:30-20:30. Giovedì ore 10:30-23:00. Lunedì chiuso
biglietti: costi della Triennale
Alessandro D’Andrea
Contemporary Existence-Esistenza Contemporanea
2006-2008
Triennale di Milano
Viale Alemagna
13 marzo - 2 aprile 2009
Inaugurazione 12 marzo 2009, ore 19
Esposizione, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Sesto San Giovanni.
Patrocinata dalla Provincia di Milano.
Organizzazione a cura di Afol Nord Milano
Orari: da martedì a domenica ore 10:30-20:30. Giovedì ore 10:30-23:00. Lunedì chiuso
Alessandro D’Andrea e’ un affermato fotografo di moda, che da molti anni vive e lavora a New York. Il graduale passaggio al fotogiornalismo e successivamente alla fotografia d’arte, nasce dalla necessità dell’artista di soddisfare un’esigenza di ricerca personale ed evoluzione interiore.
In “Contemporary Existence”, l’aspetto artistico e l’impegno sociale si fondono, nella rappresentazione fotografica di una quotidianità, apparentemente insignificante, altrimenti invisibile. Il mezzo espressivo diventa quindi il pretesto per raccontare la desolazione urbana e il caos emozionale di una Waste Land contemporanea, nelle ore di punta.
New York, con i suoi manifesti pubblicitari imponenti ed il suo essere metropoli multiculturale, ha interamente plasmato ed ispirato questo ciclo artistico. Le sue strade si rivelano un set irripetibile e irresistibile, di storie da raccontare. Qui, il boom immobiliare degli ultimi anni, ha dato vita a un paesaggio di cantieri edili, sul cui perimetro, si ergono pareti provvisorie, tappezzate da manifesti pubblicitari: un patchwork di colori ed immagini, destinati a durare, forse, lo spazio di un pomeriggio. Alla temporaneità del background, si aggiunge la transitorietà del passante casuale. Una galleria umana di personaggi trafelati, dall’aria disperata, ma pieni di storia e di poesia. Evocatori di emozioni, che, anche solo per un momento, diventano, protagonisti ignari di un attimo fuggente, fermato dall’artista, per raccontare la loro e la nostra storia, da spettatori.
Ogni opera del periodo artistico denominato “Contemporary Existence” è costituita da 3 fotografie differenti, scattate dall’artista stesso, in tempi e luoghi diversi. Sovrapposte l’una all’altra, incollate tra di loro e poi strappate ad hoc, in modo da portare alla luce porzioni dello strato sottostante. Frammenti di un tempo “altro”, che tuttavia interagisce con il presente, come se tutto, nella realtà dell’opera, stesse accadendo allo stesso tempo. Come i diversi stadi della vita, dove, come in un puzzle, il passato contribuisce a dar forma al presente, in queste opere, i simboli del vivere contemporaneo si mixano, e sovrapponendosi, danno vita ad un nuovo alfabeto esistenziale. Il messaggio che ne risulta, talvolta inquietante e minaccioso, viene ripreso nel titolo di ogni opera.
Lo strappo, oltre ad essere una scelta estetica dell’artista, vuole rappresentare la lacerazione della condizione umana. La drammaticità di un’esistenza faticosa, la confusione e la frenesia nella corsa contro il tempo della vita metropolitana. In una dinamica di cromaticità e contenuto, intesa a comunicare il disagio, anche attraverso le parole stampate nei manifesti. Scomposte e ricomposte, per creare un messaggio ogni volta nuovo, diverso dal precedente. Notevole l’impatto del grande formato di questi poster life-size, talvolta bigger than life, che trasportano anche lo spettatore in una strada di New York.
Luoghi e tempi non appaiono piu’ come un limite. Ne scaturisce una coscienza collettiva comune, universale. La sensazione di far parte di qualcosa di piu’ grande di noi stessi. La realizzazione di quanto le nostre azioni apparentemente insignificanti, possano influenzare la realtà altrui. Trascendendo la distinzione tra il sé e l’altro, in una realtà in continua evoluzione. In cui il perpetuo avvicendarsi di sempre nuovi e differenti cartelloni e personaggi, richiama alla mente la realtà mutevole e irripetibile di Eraclito. In una New York dove, proprio come nel fiume di Eraclito, è impossibile immergere il piede due volte nella stessa acqua.
Per ulteriori informazioni rivolgersi a:
tel: 02 2542122
studio@alessandrodandrea.com
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